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Psicosomatica e problemi alle ginocchia: piegarsi al proprio destino

Tutto quello che avviene nel corpo, noi lo viviamo anche nella nostra coscienza, nella psiche. Se ci diamo una martellata su un dito, diciamo: il dito fa male. Il che però non è del tutto esatto, perché il dolore è esclusivamente nella coscienza, non nel dito: ci limitiamo a proiettare la sensazione psicologica “dolore” sul dito.

Fin dall’antichità si è sempre saputo che i sentimenti e le emozioni producevano una certa ripercussione sull’organismo. Questo orientamento scientifico sostiene, quindi, che la malattia nasce dal rapporto dell’individuo col suo ambiente, per cui vengono presi in considerazione tanto l’aspetto psicologico che gli aspetti ambientali.

Tuttavia, è bene ricordare che una particolare situazione ha un preciso significato in ciascun individuo in funzione del suo vissuto, della sua storia e del suo sviluppo psicologico (rapporto cronologico tra evoluzione della patologia e la vita affettiva)

F.Alexander (1891-1964) psicoanalista statunitense di origine ungherese è stato il principale ideatore della medicina psicosomatica. Esso considerava la malattia come una funzione di parecchie variabili: ereditarietà, esperienze primordiali della prima infanzia, sonno, educazione, traumi affettivi, clima affettivo, ecc. In altri termini sostiene che ogni stato emotivo ha la sua sindrome fisiologica propria.


Il ginocchio richiama i concetti di affermazione di sé.


Il ginocchio partecipa al simbolismo generale degli arti inferiori ed è dunque collegato all’idea dell’andare avanti nella vita e del dinamismo psicofisico della persona. Esso, in armonia con le articolazioni del femore e della caviglia, consente il cammino in modo fluido e ottimale e, per analogia, richiama i concetti di affermazione di sé, di evoluzione della personalità, del seguire un percorso inteso come specifico progetto od orientamento esistenziale. Senza il ginocchio i passi sarebbero rigidissimi e limitati.
Ciò significa che questa articolazione esprime anche la capacità di adattamento in diverse situazioni: ammortizzare i colpi con una lieve flessione, cambiare passo di fronte a un ostacolo, indietreggiare in caso di pericolo.
Le ginocchia si riferiscono alla nostra duttilità, la capacità di adattarci o piegarci agli eventi negativi o alle figure parentali, per cui il ginocchio destro indica una volontà riottosa e indipendente che non si adatta ad essere succube di una volontà altrui, mentre il ginocchio sinistro indica l’insofferenza a doversi piegare o rassegnare dinanzi a ricatti d’amore.

La capacità estensoria, invece che permette alle gambe di stare dritte richiama il rigore morale, la determinazione e la fermezza necessari in alcuni momenti. Spinta all’estremo, la funzione tocca il tema dell’orgoglio: il non volersi piegare quando la vita richiede una fase di passività e di momentaneo ripiegamento.

Dolore alle ginocchia in chiave psicosomaticaGinocchio bloccatoSecondo una prospettiva psicosomatica, il ginocchio bloccato può esprimere, in genere, una scarsa flessibilità nelle relazioni (l’andare verso gli altri), una difficoltà di adattamento alle mutevoli situazioni della vita.
Problemi alle articolazioniLe patologie articolari segnalano che stiamo superando i nostri limiti; la riduzione dei movimenti che il dolore impone suggerisce quindi la necessità di uno stop immediato.
Trascurare un problema al ginocchioUn simile atteggiamento rivela la presenza di un orgoglio eccessivo, il non voler cedere mai davanti alle avversità, come a dire: “ Io non mi piego, non mi inginocchio di fronte a nessuno!”, costi quel che costi. Questo comportamento può far trasparire un tratto egocentrico o persino una vena di “presunzione” ma la sofferenza del corpo suggerirebbe di fare un passo indietro che orgogliosamente non si accetta di compiere.

DANIELA GIANNI